giovedì 17 aprile 2008

ESCE LA "CONGIURA" ROMANZO DI DAVIDE MOSC

IL ROMANZO SULL'INTRIGO POLITICO PIÙ FAMOSO DELL'ANTICHITÀ

"Nessuno può indovinare
di chi è il sangue
mescolato al vino.
L'uomo leva la coppa
e la svuota
in un solo sorso.
I congiurati lo imitano.
Ora sono legati gli uni agli altri.
Per Roma."


La "Congiura" a cui si riferisce il titolo del nuovo romanzo di Davide Mosca (Mursia, pagg. 408, euro18,00) è la più famosa di tutti i tempi, la congiura di Catilina sulla quale, ancora oggi, gli storici si arrovellano: vero tentativo rivoluzionario, come ha tramandato Cicerone, o solo uno dei tanti episodi della lotta politica della Roma del I secolo a. C.?Nelle zone d'ombra di questa vicenda storica Davide Mosca ha costruito un avvincente romanzo noir mandando in campo a ficcanasare un detective fuori dal comune: Mamerco Mamilio, detto Frangipatti, o Fischione oppure Conto aperto, tanto per non lasciare dubbi sulla sua inaffidabilità che gli è costata, per mano di Cicerone, un duro esilio nelle paludi di Ostia. Ma è proprio l'arpinate a richiamarlo dall'esilio per affidargli l'incarico di indagare su una presunta congiura ai danni dei consoli. Cicerone vuole infatti compiere un'impresa che lo renda famoso quanto i generali che scorrazzano per l'Europa, e l'incauto Mamerco sarà il suo strumento. Mamerco si piega riluttante alle richieste di Cicerone e, al termine di un?indagine avviata a Tarragona dal governatore di Spagna Pisone, finirà per incappare nelle trame di Catilina dietro cui si intravedono coloro che di lì a poco diventeranno i padroni di Roma: Cesare, Pompeo e Crasso.Davide Mosca ha compiuto un interessante esperimento strappando il genere storico al solito cliché, grazie a uno stile fortemente caratterizzato - ricco di echi novecenteschi, ma anche di suggestioni postmoderniste e pop. Mosca, inoltre, ha saputo coniugare una sapiente ricostruzione della temperie storica con atmosfere e sensibilità moderne sorprendentemente adatte a ritrarre l'antichità classica, quasi che la Roma di quei tempi possa uscire dalla censura levigata ed elegante dei libri di storia per farsi viva e pulsante. Mamerco è un Marlowe ante-litteram appena poco più lurido e inquieto, ma paradossalmente più colto e profondo, il mellifluo Cicerone è l'antesignano del politico spregiudicato e mediocre in tutto tranne che nella capacità di parlare, Catilina è l'idealista misterioso e carismatico. Il romanzo non è solo un'accattivante e plausibile ricostruzione della congiura di Catilina, ma anche un giallo di grande tensione che si dipana tra i lupanari e il Senato di Roma, tra il sangue e l'amore mercenario, tra il gioco d'azzardo e i sicari in un racconto teso e ricco di colpi di scena che alla fine svelerà il vero responsabile del fallimento della congiura.
Davide Mosca, nato a Savona nel 1979, è laureato in Storia antica e vive a Milano. Impegnato a vario titolo con guantoni, cavalli e palloni, nel tempo libero lavora nel mondo dell?editoria. Ha esordito nella narrativa nel 2001 con Le parole che cadono nel vuoto non fanno rumore. Con Mursia ha pubblicato Silla. Il figlio della fortuna (2003) e Silla imperator (2006).

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